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Posted on Ott 5, 2007 in Palestra | 9 comments

Intervista con Mariella Chappelli

Mariella Chiappelli Campionessa Europea

Il 13 ottobre, il giorno prima del Trofeo Nazionale che tutta la società attende con ansia, la Taekwondo Tricolore, avrà l’onore di ospitare uno Stage di Forme col Direttore Tecnico della Nazionale, Maestro Andrea Notaro. Allo stage prenderanno parte anche diversi atleti della nazionale, fra i quali la Campionessa Europea e Bronzo Mondiale Maria Giovanna Chiappelli.
L’atleta bolognese, da tempo amica della nostra società, ci ha concesso un’intervista esclusiva, nella quale racconta la grande passione per questo sport, la tenacia e la grinta che dopo non accennano a diminuire e i trionfi di una vita dedicata al taekwondo.

Quando sei entrata per la prima volta in palestra?
«A 12 anni, ad Ankara. In Turchia il taekwondo è uno degli sport più praticati dopo il calcio e mi attirava. E’ molto diffuso perché la Turchia è un Paese povero e il taekwondo è uno sport povero: per praticarlo bastano due braccia, due gambe e tanta carica».
Quindi tu sei turca?
«No, no, italianissima. Il lavoro di mio padre aveva portato lui in Turchia, qualche anno dopo anche mia madre è approdata in Turchia per lavoro, si sono conosciuti lì, io e mia sorella siamo nate là. Poi, quando io avevo vent’anni, mio padre è andato in pensione e siamo tornati in Italia. I miei si sono sistemati nel paesino natale di mio padre in provincia di Modena, io invece ho scelto Bologna per studiare all’Università ma soprattutto perché qui ho trovato una palestra di Taekwondo».
Quindi non hai abbandonato il taekwondo…
«No, ormai mi ero appassionata e qua ho trovato un maestro eccezionale, Moreno Vignudini».
E sono arrivate anche le prime gare e le prime vittorie.
«Sì, anche se ho iniziato tardi a gareggiare ho vinto un po’ di gare. E dopo tanti anni continuo a gareggiare per pura passione e divertimento e ho anche ottenuto risultati in tarda età.»
Come mai hai iniziato tardi a gareggiare?
«Da giovane ero molto timida e mi bloccavano due paure: quella di fare brutta figura nei confronti di chi assisteva alle gare e quella di deludere le aspettative del mio maestro. Poi, crescendo, ho trasformato tutto ciò in un mio punto di forza, ho imparato a dominare le emozioni e ad utilizzare positivamente le pressioni che mi sentivo addosso, a trasformarle in uno stimolo».
Risultati costanti, titoli italiani a ripetizione. Ma c’è stato un momento di crisi?
«Sì, il 1998 è stato orribile perché mi sono rotta una caviglia in un incidente. Questo brutto infortunio mi ha fatto perdere il 50% di mobilità nell’articolazione e mi ha tenuto lontana dalle gare per un anno e mezzo».
E un periodo d’oro?
«E’ venuto subito dopo, nel 2000. Ho stretto i denti, mi sono adattata alla nuova situazione e sono tornata alle competizioni più agguerrita che mai. In quell’anno ho vinto i campionati italiani assoluti, sia di forme sia di combattimento, e tutte le altre gare a cui ho partecipato; e ho riconquistato il posto nella Nazionale».
Hai fatto del taekwondo il tuo mestiere?
«Solo in parte. Al mattino insegno italiano a ragazzi stranieri in un Istituto Tecnico e faccio la traduttrice, ma solo part-time. Visto che la mia passione per questo sport esige che gli dedichi molto tempo i pomeriggi e le serate sono impegnata ad allenarmi e a insegnare il taekwondo ai principianti e ai ragazzini in palestra».
Ti diverte di più allenare te stessa o gli altri?
«Passo 5 giorni alla settimana ad insegnare taekwondo a bambini, ragazzi e adulti di ogni età, se non fosse stato divertente non l’avrei fatto. Confesso però di divertirmi ancora molto ad allenarmi insieme agli altri e anche da sola, ovviamente, data l’età non mi alleno più per il combattimento; ora mi dedico solo alle forme, che sono meno impegnative. Ma solo dal punto di vista della preparazione».
Cioè?
«La gara di forme è pesante, c’è un’emozione terribile da tenere a bada, non c’è l’adrenalina del combattimento ad aiutarti. Quando ti batti hai a disposizione 3 round da 2 minuti, quindi se all’inizio hai la gamba che ti trema puoi stare a distanza, studiare l’avversario finché ti passa, cominci ad attaccare quando ti senti meglio. Nelle forme invece ti giochi mesi e mesi di allenamento in 50-60 secondi secchi, devi dare il massimo da subito, cercando di fare il vuoto in testa, di annullare tutte le emozioni e concentrarti solo su ogni singolo gesto tecnico».
Hai individuato una giovane promessa?
«Io mi occupo dei ragazzini e ne vedo parecchi che potrebbero diventare davvero bravi; qualcuno ha vinto anche titoli italiani. Ma è difficile far capire ai giovani che per emergere bisogna fare anche dei sacrifici, i ragazzi ora vengono distolti da mille altri interessi o impegni. Credo che una vera passione nella vita sia indispensabile e chi sceglie lo sport e ha la fortuna di poter fare esperienze agonistiche, di qualsiasi livello, all’interno di un gruppo, non dovrebbe farsi scappare quest’occasione. Il Taekwondo mi ha dato grandi emozioni, e non solo nelle gare, ma anche durante gli allenamenti e le trasferte, le amicizie più belle spesso si stringono in palestra, lavorando duramente assieme per lo stesso obiettivo.
La vera promessa della nostra società sportiva è nel campo del combattimento, Alex Vignudini, il figlio del mio maestro, ha già conquistato un terzo posto ai Mondiali Junior nella sua categoria, ha un fisico, una tecnica e un’intelligenza eccezionali che possono portarlo molto in alto».
I tuoi obiettivi per il futuro?
«Nella mia vita il Taekwondo ci sarà sempre: voglio seguire l’esempio del mio maestro, che ha iniziato a 9 anni e che ora, a 48, insegna e si allena ancora con grande entusiasmo e non ha la minima intenzione di smettere. Per quanto riguarda le gare ci stiamo preparando come nazionale italiana per i Campionati Mondiali di forme che si svolgeranno in Corea in novembre. Io gareggerò individualmente e in coppia con il Maestro Andrea Notaro, Direttore Tecnico della nazionale e anche atleta. L’anno scorso in coppia abbiamo conquistato il bronzo, quest’anno forse sarà più difficile, ma l’obiettivo non può essere minore».
Vuoi dire qualcosa ai ragazzi della nostra società?
Innanzi tutto voglio fare i complimenti ed esprimere la mia ammirazione per tutti voi, giovani tecnici del Taekwondo Tricolore Reggio-Emilia per l’enorme movimento che siete riusciti a creare nel taekwondo. La vostra società è il vivaio della nostra regione e non parlo solo per il grande numero di atleti ma anche per la loro preparazione tecnica.
Ragazzi, il 14 avete la gara, avete la fortuna di essere un grande gruppo, continuate ad allenarvi insieme con impegno ed entusiasmo fino al giorno della gara, l’impegno, prima o poi viene sempre ripagato. Sono sicura che otterrete grandi risultati ma non dimenticate che la cosa più bella è divertirsi tutti insieme. IN BOCCA AL LUPO A TUTTI.

La “vecchietta”, come si definisce lei, non ha perso la carica. A 39 anni non ha nessuna voglia di smettere.

IL CURRICULUM
Nome: Maria Giovanna Chiappelli
Nata: Ad Ankara (Turchia) il 27/07/1968
Bolognese dal: 1988, quando il padre va in pensione e riporta la famiglia in Italia
Società: A.s.d. Taekwondo Regis Bologna
Albo d’oro:
3^ Classificata Campionati del Mondo forme 2006 – Coppia
1^ Classificata Campionati Europei forme 2005 – Individuale
5^ Classificata Campionati Europei forme 2003 – Trio sincronizzato
10 volte campionessa italiana Assoluti Forme;
3 volte campionessa italiana Assoluti Combattimento;